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Luppolo

Luppolo

Luppolo

Nome Comune: luppolo

Nome scientifico: Humulus lupulus

Nomi popolari: bruscando, bruscandoi

Perché si chiama così: Humulus dal latino humus, suolo, perché la pianta se non ha sostegno si stende al suolo; oppure da humilitas, - umiltà perché il curvarsi della pianta a terra ne ha fatto un’immagine di questa virtù. Lupus diminutivo dal latino lupus, cioè piccolo lupo con riferimento alla ferocia di questo animale, perche il luppolo attorcigliandosi intorno al salice, ne impedisce la vegetazione e lo fa morire.

Dove cresce:un po’ ovunque lungo le siepi nei sentieri ai margini dei boschi allo stato selvatico fino ai 1500 mt. d’altezza.cresce quasi sempre allo stato spontaneo, ma si può anche coltivare soprattutto per le sue proprietà, si moltiplica per polloni di piante femminili messe a dimora in fila primavera in un terreno fresco e sciolto, sostenendo le piantine con dei paletti.

Si riconosce per: i fusti voluminosi volubili alti anche 10 mt. ha una grande capacità di avvinghiarsi su tutto quello che trova sul suo cammino tanto da diventare una liana forte, angolosa, cava e ricoperta da peli rigidi.

Le foglie:picciolate opposte, cuoriformi, profondamente divise in tre, con cinque lobi seghettati, ruvide nella parte superiore, resinose in quella inferiore.

I fiori:unisessuali e di colore verdognolo, sono presenti su individui separati maschili e femminili perché è una pianta dioica i maschili sono riuniti in pannocchie pendule e ciascuno presenta 5 tepali fusi alla base e 5 stami; quelli femminili presentano un cono membranoso che circonda un ovario munito di 2 lunghi stimmi pelosi. Si trovano raggruppati alle ascelle di brattee fogliacee, costituendo un'infiorescenza dalla caratteristica ed inconfondibile forma a cono.

Luppolo

Brattee e ovario sono cosparse di una sostanza amara, detta lupparina , durante il mese di luglio e agosto. Il luppolo è una pianta erbacea rampicante molto conosciuta e ricercata da tutta la nostra gente dei colli soprattutto per i suoi getti primaverili di color verde violaceo che conferiscono un gusto particolare per risotti e frittate. Questi getti vengono sempre lessati o fatti saltare in padella.

Parti usate: i getti ai primi di marzo e le infiorescenze femminili e le ghiandole che rivestono le brattee.

Quando si raccolgono: le brattee da agosto a settembre.

Come si conservano: non si conservano vanne consumate fresche.

Proprietà: amaro-toniche, anafrodisiache, aperitive, aromatiche, depurative, diuretiche, eupeptiche, lassative e sedative.

Uso esterno: le infiorescenze si usano per conciliare il sonno, alleviare gli stati ansiosi, normalizzare i prcessi digestivi.

Infuso: 1 gr. In 100 ml. Di acqua, e berne due tazzine prima di coricarsi.

Tintura: 20 gr. In 100 ml di alcool a 40° e messa a macero per 8 giorni, berne un cucchiaino da caffè prima di coricarsi.

Applicazioni esterne di: infiorescenze, calmano i dolori reumatici e artritici.

Per la salute l’uso interno: infuso o tintura delle infiorescenze femminili.

Uso esterno: infuso delle infiorescenze femminili.

Per la bellezza: 15 gr. di infiorescenze femminili in un litro d’acqua e lasciato riposare per dieci minuti, costituisce una buona lozione tonificante ed emoliente.

In cosmetica: il luppolo viene impiegato per rivitalizzare e ridare turgore e luminosità alle pelli senescenti, rugose e rilassate.

Per la cucina: i germogli dei getti primaverili costituiscono in buon ingrediente per la preparazione di minestre, risotti e frittate. Si possono anche consumare lessati e poi passati al burro o in insalata. In alcune regioni si usa farli friggere dopo averli lessati e infarinati. I giovani steli, colti in primavera quando sono ancora teneri si consumano come gli asparagi, per togliere il sapore asprigno e amarognolo si consigli farli bollire due volte cambiando l’acqua di cottura.

Altri usi: il luppolo contiene la lupparina che viene impiegata nella fabbricazione della birra alla quale questa sostanza conferisce il tipico sapore gradevolmente amarognolo.

Curiosità: il luppolo con i suoi tralci contengono fibre tessili di discreto valore, nei paesi nordici come la Russia e la Svezia si usano queste fibre del fusto per costruire tessuti, stuoie, corde e sacchi molto resistenti.

P.S. Per la descrizione di questa piantina erbacea e perenne e delle sue proprietà è stato consultato il seguente volume: "Il grande libro delle erbe. Salute - Bellezza - Cucina. L’erbario dalla A alla Z" Editoriale del Drago.