Corbezzolo (Arbuts unedo)
della famiglia delle Ericacee
Il corbezzolo è un arbusto della flora mediterranea che vive nei colli nella macchia, non manca nei boschi a sud più esposti al sole, predilige terreni vulcanici rocciosi e acidi, si dimostra una delle specie mediterranee meglio adatte dopo incendi, emette rapidamente da terra nuovi turioni dopo un incendio. Su tutti i monti dei colli lo troviamo sul m. te Grande, m.te Madonna, m. te Venda, m.te Vendevolo, m.te Lonzina e m.te Sengiari.
È un piccolo albero sempre verde molto ramificato, non più alto di 4 m t. con i rami giovani rossastri e ruvidi, la corteccia brunastra.
Le foglie persistenti alterne e lanceolate ad apice acuto e il bordo seghettato su un breve picciolo, molto coriacee di colore verdi scure lucenti.
I fiori sono posti in racemi ramificati penduli alla sommità dei rami, calice piccolo con 5 denti brevi triangolari, corolla di colore bianco rosato, a forma di orcio con la fauce ornata, stami dieci interamente inclusi; stilo semplice a stimma lobato fiorisce da Novembre a Dicembre.
I frutti sono bacche globose rosse vivo , ricoperte da piccole verruche piramidali ed irte, la polpa giallo arancio, contenente molti semini duri dal sapore dolciastro, maturano assieme alla fioritura dell'anno precedente.
Perché si chiama così: Arbutus, denominazione data da Virgilio, cioè arbusto per antonomasia, o anche dal celtico Ar, aspro e Butus, cespuglio cioè cespuglio aspro. Unedo, dal latino unum edo, ne mangio uno solo. Allusivo sempre al sapore aspro dei frutti. Corbezzolo, forse e una corruzione di arbutus, oppure dal tedesco Kirsche-Bush, cespuglio di ciliegie, infatti i tedeschi chiamano il corbezzolo " ciliegia marina".
Nomi popolari o volgari: Cerosa marina, Alabastro, pomino rosso
Nei Colli: Sgolmare, sgolmarara, colomare.
Dove cresce: Spontaneo in alcune regioni d' Italia dove ce il clima mite ma non più alto dei 600 mt. Sui colli a sud, su terreni vulcanici.
Come la si coltiva: Si semina in primavera, utilizzando i semi lasciati macerare in acqua da Gennaio, si trapiantano in vasi e dopo uno o due anni si mettono a dimora in primavera.
Parti usate: Radici, foglie, corteccia.
Quando si raccolgono: La radice e la corteccia in inverno, le foglie in primavera o in estate; non sono da raccogliere le foglie dell'anno precedente, si distinguono perché inserite più indietro sui rami e hanno un colore più scuro, il margine è imbrunito, quelle giovani sono di un verde intenso.
I frutti a ottobre o novembre a maturazione.
Come si conservano: La radice e la corteccia si essiccano in forno e si conservano a pacchetti; le foglie si usano fresche; i frutti si consumano freschi e maturi.
Proprietà: Antinfiammatorie, antisettiche, astringenti, depurative e diuretiche.
Per la salute uso interno: Infuso o decotto delle foglie, decotto della radice,conserva o marmellata dei frutti. La parte erboristicamente utile della pianta è costituita dalle foglie,il cui contenuto di tannini determina le proprietà astringenti intestinali e antidiarroiche. La presenza nella droga di un derivato polifenolico "arbutoside", induce taluni autori ad attribuire al corbezzolo proprietà diuretiche e disinfettanti di tutto il tratto uro genitale. Le foglie per infiammazioni dell'intestino, del rene e della vescica. Infuso: 2g in l00ml di acqua e berne due o tre tazzine al giorno.
In cucina: i frutti dal tipico sapore asprigno, possono essere consumati al naturale e sono molto dolci. Oppure utilizzati per le marmellate, gelatine e bevande. In alcune regioni si usa anche condirli emetterli sotto spirito. Per fermentazione da essi si ricava il "vino di corbezzolo", tipico della Corsica e della Sardegna. I frutti maturi vanno consumati con moderazione.
Per la descrizione della pianta sono stati consultati i seguenti volumi: "La flora dei colli Euganei" di Antonio Mazzetti. Editoriale Programma. "Le parti medicinali del volume 1° le erbe medicinali, aromatiche, cosmetiche" Fabbri editore. "Il grande libro delle erbe: salute, bellezza, l'erbario dall'A alla Z Editoriale del Drago."